Mirabello - Milano - Pavia
Un altro giro di quelli da fare almeno una volta nella vita , quelli che una volta arrivato a casa puoi dire di essere andato a farti un giro in piazza del duomo a Milano . Giro che non ha assolutamente bisogno di descrizioni : sono 200 km di pianura , da evitare nelle giornate più bollenti (ci sono rettilinei infiniti senza una pianta) e consigliabile nel mese di agosto quando molti sono in ferie e possibilmente da fare nel week end per evitare i camion (non come ho fatto io) .
Partenza verso le ore 8 da casa direzione Lomellina e le sue immense pianure tra le risaie : Torre Beretti , Mede , Lomello , Ottobiano , Tromello , Garlasco ; per chi va in questi posti solamente per la vita notturna , la vista col sole fa tutto un altro effetto . Da Garlasco verso Bereguardo si entra nel parco del Ticino e lo scenario cambia in meglio : la strada si fa più stretta e il traffico diminuisce drasticamente perchè per passare sul fiume bisogna attraversare un ponte di chiatte e il transito non è consentito ai mezzi pesanti . Il traffico inizia a tornare da Binasco dove qui si entra nella statale dei Giovi e i camion cominciano a riproporsi ; arrivati alla rotonda gigantesca che smista il traffico tra Milano , Pavia e Melegnano , si svolta a sinistra in direzione Milano e si prende subito la bellissima pista ciclabile sulla sponda sinistra del naviglio pavese : circa 15 km senza macchine fino alla periferia , tagliando fuori il centro abitato di Rozzano e di Assago . Per raggiungere il duomo la strada è facilissima : basta seguire il naviglio e andare sempre dritti , si passa sotto alla porta ticinese e si arriva in corso Torino , e poi sempre dritti fino al duomo . Il grossissimo problema sta nel fatto che il percorso è tutto lastricato con pietroni e i binari del tram non aiutano certo a evitare di schivare i salti...con le ruote sottili della bici da corsa diventa veramente pericoloso , ma siccome il traffico in centro è abbastanza ridotto , basta prendere il momento giusto tra un tram e l'altro e diventa abbastanza fattibile . Dopo una serie di foto commemorative è giunta l'ora di tornare a casa , deviando però verso Pavia per non ripercorrere la stessa strada dell'andata : rifacciamo nuovamente i 15 km di ciclabile fino a Binasco e arrivati alla rotonda gigante svoltiamo per Pavia , dove ci sono altri 15 km di ciclabile fino alla Certosa , dove possiamo fermarci per la merenda all'interno del parco . L'interno della Certosa è vietata alle bici , alla gente in pantaloncini e alle macchine fotografiche , ma io me ne frego e visto che non ci sono buttafuori una foto la faccio lo stesso .
Ripreso il viaggio di ritorno ci ritroviamo a Pavia , dove per attraversarla dobbiamo seguire il corso principale , viale della libertà e infine le indicazioni per il Ticino , dove prendiamo il "ponte dell'impero" e ci dirigiamo fuori dal centro abitato ; una variante un po' più carina per uscire dal centro è quella di seguire il lungo Ticino e poi attraversarlo sul caratteristico ponte coperto . Ricominciano nuovamente i lunghissimi rettilinei e attraversiamo Zinasco , Pieve Albignola , la puzzolentissima Sannazzaro e infine Pieve del Cairo , dove finalmente ci leviamo dal traffico prendendo la stradina di Gambarana e Suardi per tornare a Torre Beretti . Da qui in poi il ritorno è uguale , solo che a Giarole è quasi d'obbligo tirare dritto per Occimiano per ritornare a casa , altrimenti non si arriva a 200 km .
Partenza verso le ore 8 da casa direzione Lomellina e le sue immense pianure tra le risaie : Torre Beretti , Mede , Lomello , Ottobiano , Tromello , Garlasco ; per chi va in questi posti solamente per la vita notturna , la vista col sole fa tutto un altro effetto . Da Garlasco verso Bereguardo si entra nel parco del Ticino e lo scenario cambia in meglio : la strada si fa più stretta e il traffico diminuisce drasticamente perchè per passare sul fiume bisogna attraversare un ponte di chiatte e il transito non è consentito ai mezzi pesanti . Il traffico inizia a tornare da Binasco dove qui si entra nella statale dei Giovi e i camion cominciano a riproporsi ; arrivati alla rotonda gigantesca che smista il traffico tra Milano , Pavia e Melegnano , si svolta a sinistra in direzione Milano e si prende subito la bellissima pista ciclabile sulla sponda sinistra del naviglio pavese : circa 15 km senza macchine fino alla periferia , tagliando fuori il centro abitato di Rozzano e di Assago . Per raggiungere il duomo la strada è facilissima : basta seguire il naviglio e andare sempre dritti , si passa sotto alla porta ticinese e si arriva in corso Torino , e poi sempre dritti fino al duomo . Il grossissimo problema sta nel fatto che il percorso è tutto lastricato con pietroni e i binari del tram non aiutano certo a evitare di schivare i salti...con le ruote sottili della bici da corsa diventa veramente pericoloso , ma siccome il traffico in centro è abbastanza ridotto , basta prendere il momento giusto tra un tram e l'altro e diventa abbastanza fattibile . Dopo una serie di foto commemorative è giunta l'ora di tornare a casa , deviando però verso Pavia per non ripercorrere la stessa strada dell'andata : rifacciamo nuovamente i 15 km di ciclabile fino a Binasco e arrivati alla rotonda gigante svoltiamo per Pavia , dove ci sono altri 15 km di ciclabile fino alla Certosa , dove possiamo fermarci per la merenda all'interno del parco . L'interno della Certosa è vietata alle bici , alla gente in pantaloncini e alle macchine fotografiche , ma io me ne frego e visto che non ci sono buttafuori una foto la faccio lo stesso .
Ripreso il viaggio di ritorno ci ritroviamo a Pavia , dove per attraversarla dobbiamo seguire il corso principale , viale della libertà e infine le indicazioni per il Ticino , dove prendiamo il "ponte dell'impero" e ci dirigiamo fuori dal centro abitato ; una variante un po' più carina per uscire dal centro è quella di seguire il lungo Ticino e poi attraversarlo sul caratteristico ponte coperto . Ricominciano nuovamente i lunghissimi rettilinei e attraversiamo Zinasco , Pieve Albignola , la puzzolentissima Sannazzaro e infine Pieve del Cairo , dove finalmente ci leviamo dal traffico prendendo la stradina di Gambarana e Suardi per tornare a Torre Beretti . Da qui in poi il ritorno è uguale , solo che a Giarole è quasi d'obbligo tirare dritto per Occimiano per ritornare a casa , altrimenti non si arriva a 200 km .
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